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Partita la spedizione italiana in Patagonia

Maurizio Torri
8/1/2009

Nel link interviste, proponiamo un video con Giovanni Ongaro

VALTOURNENCHE, Aosta -- Nuova avventura tra ghiaccio e granito, in Patagonia, per Hervè Barmasse, Giovanni Ongaro, Daniele Bernasconi e Mariolino Conti. Il dream team di alpinisti italiani è partito per l'Argentina dove, nelle prossime settimane, affronterà la salita dell'inviolata nord del Cerro Riso Patron e la traversata con gli sci dell'immenso ghiacciaio dello Hielo Continental, da est a ovest. Barmasse e Ongaro tornano in Patagonia a un anno dalla prima salita alla parete nord Ovest del Cerro Piergiorgio, compiuta con Cristian Brenna nel febbraio scorso. Con loro, ancora l'esperta guida Mario Conti, uno dei primi salitori del Cerro Torre nel 1974, e Daniele Bernasconi, uno dei più forti himalaysti in circolazione, autore fra l'atro della prima salita all'inviolata nord del Gasherbrum II. Barmasse e i tre Ragni di Lecco tenteranno, in questo inizio 2009, un'impresa ambiziosa che li vedrà alla prova non solo su difficili pareti verticali ma anche sull'immensa distesa glaciale del Campo de Hielo Patagónico Sur. Un ghiacciaio che si classifica come la terza calotta glaciale del mondo dopo Antartide e Groenlandia. E' lungo 350 chilometri e ha una superficie pari a due volte la Corsica. Le prime esplorazioni risalgono agli anni 40 ma ancor oggi il ghiacciaio presenta vaste aree inesplorate. I quattro alpinisti italiani dovranno attraversarlo per intero con gli sci, trainando la loro slitta di materiali: il peso stimato è di circa 80 chilogrammi ciascuno. Partiranno dalla zona di El Chalten, entreranno nel ghiacciaio e si dirigeranno verso l'oceano, a ridosso del quale tenteranno la salita del Riso Patron.

"Si tratta di una spedizione molto impegnativa - racconta Barmasse - perchè la traversata dello Hielo è già di per sè un grande obiettivo alpinistico difficilmente realizzabile. Ma per noi non sarà altro che l’inizio dell'avventura che si concluderà solo con l’ascensione di una o più cime inviolate. Il nostro obiettivo principale è comunque il pilastro nord del Riso Patron, che ha dimensioni ciclopiche. E' alto 1700 metri e, oltre ad esser ancora inviolato, rappresenta una delle più grandi pareti mai salite di tutto lo Hielo Continental".

"Mariolino ci parlava da tempo di questo spigolo bellissimo - prosegue Ongaro - e del Riso Patron, montagna solitaria e poco frequentata per il brutto tempo. Si trova vicino all'oceano e ai fiordi, è tormentata da continue ondate di brutto tempo e da molte precipitazioni nevose. Ci arriveremo dopo circa 80 chilometri di cammino sullo Hielo: una traversata che, con bel tempo e buone condizioni, si potrebbe fare anche in pochi giorni. Ma la questione, in Patagonia, è sempre il meteo: avremo bisogno di un po' di fortuna".

Le tempeste Patagoniche, conosciute tra le più violente del mondo, in questa zona sono tra le peggiori. Le escursioni termiche giornaliere possono arrivare a 50 gradi centigradi e le comunicazioni, laggiù, saranno quasi impossibili e gestire un eventuale soccorso o situazione d’emergenza sarà molto difficile. Ma la sfida non spaventa i quattro alpinisti italiani.

"Avremo con noi viveri per circa 40 giorni - precisa Barmasse - periodo nel quale ci dedicheremo alle ascensioni. Partiremo dal Passo del Viento e, se possibile, rientreremo in barca dal fiordo Falcon in Cile".

Questa mattina Conti, Ongaro e Barmasse sono partiti da Milano Malpensa alla volta dell'Argentina, dove incontreranno Daniele Bernasconi che si trova laggiù da metà dicembre, per scalare con l'amico Stefano Sosio. Purtroppo, finora il meteo non è stato dei migliori ma Bernasconi, dopo anni di avventure himalayane ai massimi livelli, è felice di tornare a cimentarsi sulle pareti patagoniche. "L'idea del Riso Patron mi è piaciuta subito - dice Bernasconi - perchè è molto originale. E' stato scalato solamente da Casimiro Ferrari, che ha aperto una via su ghiaccio sull'altro versante. Noi invece punteremo allo spigolo di roccia".

"Sarà una salita alpinistica, di roccia e misto - spiega Ongaro - che affronteremo in stile alpino. Non è un muro liscio come il Piergiorgio, e la scalata sarà lontano dall'artificiale. Porteremo con noi poco materiale, saliremo leggeri, anche se la salita magari ci prenderà qualche bivacco perchè è molto lunga. Dovremo giocarcela in quei pochi giorni alla fine della traversata. Comunque, il massiccio è abbastanza grande, presenta diverse cime e molte altre possibilità di prime salite. Nessuno di noi ci è mai stato, siamo entusiasti del progetto".

La spedizione, che metterà in campo un avvincente mix di esplorazione, alpinismo d'alto livello e avventura, è supportata ancora una volta dalla famiglia di Agostino Rocca, che già aveva promosso l'impresa sulla Nordovest del Piergiorgio, e da sponsor privati tra cui spicca il nome della The north face. (Fonte Sara Sottocornola www.montagna.tv)