Alice Gaggi Foto Andrea Salini
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INTERVISTA A ALICE GAGGI

Sottotitolo: 
La neo campionessa mondiale di corsa in montagna... come non l'avete mai vista!!!

Maurizio Torri
21/9/2013
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intervista
alice
gaggi
CORSA
MONTAGNA
mondiali
2013

“Lo sport ti insegna tante cose: a non arrenderti mai. Ti abitua alla fatica, ad essere umile e leale, ti aiuta a coltivare amicizie sincere”….

Spenti i riflettori sui clamori di un titolo iridato tanto importante quanto inatteso siamo andati con lei ad allenarci sui sentieri di casa per conoscere meglio questa ventiseienne runner tesserata per il Runner Team 99 di Volpiano e che ora tutto il mondo ci invidia.   

 

 

 

 

Un titolo mondiale è la massima aspirazione per un atleta. A quindici giorni dal successo iridato proviamo a rivivere insieme le emozioni di quel giorno e il tuo ritorno a Morbegno....

 

«Prima della gara un po’di agitazione c’è sempre, soprattutto quando si tratta di un mondiale. Agitazione che sale fino allo sparo che segna la partenza. Dopo, ti ritrovi concentrata sulle tue sensazioni e attenta alle mosse delle avversarie. La mia gara, come quella delle altre Italiane è stata in rimonta. Psicologicamente è stato un grosso vantaggio perché vedere che riprendi le avversarie ti incita a spingere ancora di più. Il tifo di amici e parenti è stato importante, mi ha dato una carica incredibile soprattutto quando ero in zona medaglia. Credetemi è difficile non farsi prendere dal panico quando sai che puoi vincere l’oro mondiale, ma non ce l’hai ancora fatta e ti stai giocando tutto. Tagliato il traguardo ero incredula per essere riuscita a vincere, poi mi sono lasciata travolgere dalla gioia del marito Giovanni e del papà Donato, i primi giunti all’arrivo ad abbracciarmi, poi gli abbracci sono continuati da parte dei CT, dello staff e dei miei compagni di nazionale…e sono continuati con la festa a sorpresa che mi aspettava a Morbegno…non me l’aspettavo proprio, è stata una bellissima sorpresa. Vedere tutte quelle persone pronte a festeggiarmi mi ha davvero commosso».

 

 

 

 

Ventisei anni e tutta una carriera davanti, quando cominciasti con la maglia del Valgerola ti aspettavi di ottenere simili risultati?

«Ho incominciato perché avevo bisogno di sfogarmi e liberare la mente dopo tante ore seduta concentrata a studiare. Anzi, credo di essere riuscita a correre per tanti anni, senza mai stancarmi proprio perché quando ero più giovane non ho mai subito pressioni da parte di famiglia e società, come invece è successo a tante amiche-avversarie che vincevano nelle categorie giovanili, ma che si sottoponevano già ad allenamenti duri ed estenuanti».

 

 

 

 

La via di una sportiva non è fatta solo di successi. Ad inizio stagione le gambe sembravano non girare e sei stata esclusa dalla selezione europea. Come hai vissuto quel momento e come ne sei uscita?

«Ne sono uscita continuando a correre. Le campestri non erano andate male, ma non ho azzeccato la gara di campionato italiano valevole per la selezione per partecipare all’europeo: sono arrivata settima. Oltre al mio periodo ‘no’ il settimo posto è dovuto anche al miglioramento di atlete giovani come le amiche Samantha Galassi e Sara Bottarelli, che nella prima prova mi hanno fatto arretrare in classifica. Ma questo è un bene per il movimento della corsa in montagna. Seguire via twitter l’europeo da casa e vivere le emozioni forti della gara da un punto di vista diverso da quello a cui mi ero abituata negli ultimi anni, mi ha spronato a continuare ad allenarmi per cercare di qualificarmi per i mondiali. Non ho cambiato metodi di allenamento, la costanza paga». 

 

 

 

 

Nel giro azzurro sei una delle poche non professioniste. Come concili sport, famiglia e lavoro?

«È veramente difficile, visto che raramente mi rimane tempo per fare altro…Ho passione e metto impegno in tutte e tre, ma a volte mi sembra di non riuscire di stare al passo con tutti gli impegni e mi scoraggio…Poi però, visto che a queste cose ci tengo davvero, ritorno alla carica. Sono fortunata perché mio marito Giovanni è anche lui uno sportivo e condividendo le stesse passioni con me mi capisce e mi sostiene. Anche il mio lavoro ha a che vedere con lo sport, visto che lavoro in un negozio di articoli sportivi, questo è per me un ambiente stimolante e che mi permette di stare a contatto con atleti e appassionati di sport».   

 

 

 

 

 

 

Non tutti nella corsa e nello sport posso essere vincenti, ma lo sport resta comunque un'esperienza formativa. per te quanto è stato importante?

«Per me  la corsa è stata ed è (visto che non si finisce mai di imparare) importantissima. Lo sport ti insegna tante cose: a non arrenderti mai, ti abitua alla fatica, ad essere umile e leale, ti aiuta a coltivare amicizie sincere, ti aiuta a capire che devi essere soddisfatto non perché hai vinto e hai superato gli altri, ma perché hai fatto del tuo meglio, hai dato tutto te stesso, anche se non sei arrivato primo. Oggi secondo me a volte attraverso lo sport vengono fatti passare anche messaggi negativi, basti pensare a tutte le cose sbagliate che insegna il calcio dei giocatori super pagati , dei tifosi razzisti, lo sport degli atleti che ricorrono a scorciatoie». 

 

 

Sogni, aspettative e progetti di Alice Gaggi?

«Mi piacerebbe continuare a correre. Mi piacerebbe guadagnarmi la maglia azzurra anche l’anno prossimo e poter partecipare ad Europei e Mondiali. L’Italia è una nazione davvero forte nella corsa in montagna e quindi anche i campionati Italiani, gare in cui si svolge la selezione degli atleti che parteciperanno alle gare internazionali, sono gare in cui il livello è davvero alto, non è così scontato riuscire a guadagnarsi la convocazione».

 

 

PHOTO COURTESY BY Andrea Salini